La stanza 314 - Veneto Trasgressiva

Fabio, un uomo di mondo con un sorriso che poteva disarmare anche il più diffidente dei clienti, si trovava in una stanza d'albergo ad Ancona, circondato da bottiglie di vino che aveva distribuito come un seminatore di piaceri enologici durante il giorno. La solitudine della trasferta, tuttavia, gravava su di lui come un cielo carico di pioggia. La sera, quando il rumore dei ristoranti si spegneva e le luci della città si facevano più soffuse, Fabio si ritrovava a navigare in cerca di compagnia virtuale.

Quella sera, il suo sguardo era stato catturato da Livia, un'escort online che trasmetteva da un appartamento nel cuore di Ancona. Livia, con i suoi 35 anni, aveva l'aria di una donna che conosceva il valore del desiderio e sapeva come tessere la tela della seduzione attraverso uno schermo. Fabio, affascinato dalla sua sicurezza e dalla promessa di un'esperienza senza filtri, aveva deciso di concedersi il lusso di una sessione privata.

Mentre si sistemava davanti alla webcam, Livia lo accolse con una voce che era un invito a lasciarsi andare. "Ciao, Fabio," disse con un sorriso che sembrava promettere segreti inconfessabili. "Sono qui per te."

Fabio si sentì subito a suo agio, come se Livia fosse un'amante di vecchia data. Si slacciò la cintura, lasciando che i suoi pantaloni scivolassero a terra, mentre i suoi occhi erano incollati allo schermo. Livia, che indossava solo un negligé trasparente, iniziò a muoversi sensualmente, ogni gesto era un invito a immergersi nel piacere.

"Ti piace quello che vedi, Fabio?" chiese lei, mentre con una mano si accarezzava il collo, scendendo lentamente verso il seno. "Voglio vederti toccarti."

Fabio obbedì, afferrando il suo membro già teso. Si strofinò lentamente, seguendo il ritmo delle carezze di Livia. Il suo respiro si fece più affannoso mentre lei si spogliava, rivelando un corpo che era un omaggio alla sensualità.

"Sei meravigliosa," mormorò Fabio, quasi dimentico della distanza che li separava.

Livia rise, un suono che sembrava una carezza. "Grazie, amore. Ma sai, potrei essere ancora più vicina a te."

Fabio la guardò confuso, fino a quando lei non disse: "Sono nel palazzo di fronte, vuoi venire?"

La sorpresa lo colpì come un'onda, ma l'eccitazione prese il sopravvento. Si vestì in fretta, ignorando il caos dei vestiti sparsi per la stanza, e uscì come un uomo in trance. Attraversò la strada, il cuore che batteva all'impazzata, e si trovò davanti all'ingresso dell'appartamento di Livia.

Quando la porta si aprì, Fabio si trovò di fronte una visione. Livia era completamente nuda, la pelle che brillava sotto la luce soffusa, i capelli che le incorniciavano il viso come un'aureola. "Sei qui," disse lei con un sorriso che era un invito a entrare in un mondo di piacere.

Fabio non seppe resistere. La prese tra le braccia, sentendo il calore del suo corpo contro il suo. Le loro labbra si incontrarono in un bacio che era fame e promessa allo stesso tempo. Livia lo guidò verso il divano, dove lo spinse giù e si mise a cavalcioni su di lui.

"Voglio sentirti dentro di me," disse lei, mentre si abbassava su di lui, guidando il suo membro nella sua umida intimità. Fabio gemette di piacere, afferrandole i fianchi mentre lei iniziava a muoversi su e giù, con un ritmo che era un invito a lasciarsi andare.

Mentre si muovevano insieme, Livia prese la webcam e la puntò su di loro. "Voglio che il mondo ci veda," disse con un ghigno malizioso. "Voglio che vedano quanto siamo fottutamente belli insieme."

Fabio non poté fare a meno di eccitarsi ancora di più al pensiero di essere osservati. Si lasciò andare completamente, mentre Livia aumentava il ritmo, spingendosi oltre i limiti del piacere.

"Sei così fottutamente stretto," ansimò Fabio, mentre sentiva l'orgasmo avvicinarsi.

"Sì, dimmi quanto è buona la mia pussy," rispose Livia, mentre si contorceva sotto le sue spinte.

Con un ultimo grido, Fabio raggiunse l'apice del piacere, echiando dentro di lei, mentre Livia gemeva il suo nome, trovando il suo stesso rilascio.

Collassarono insieme, sudati e appagati, mentre la webcam continuava a trasmettere la loro intimità al mondo. Fabio si rese conto che non aveva mai provato un'esperienza così intensa e liberatoria.

"Questo è solo l'inizio," disse Livia, mentre si accoccolava accanto a lui. "Ora che sei qui, possiamo esplorare ogni tuo desiderio."

Fabio sorrise, sentendo che Ancona non sarebbe stata solo un'altra tappa nel suo viaggio di lavoro, ma il luogo dove aveva scoperto una passione che non sapeva di avere. E mentre si addormentavano tra le braccia di Livia, sapeva che la sua vita da rappresentante di vini non sarebbe mai stata la stessa.

La mattina dopo, Fabio si svegliò con la luce del sole che filtrava attraverso le finestre. Livia era già in cucina, intenta a preparare la colazione. Si avvicinò a lei, avvolgendole le braccia intorno alla vita. "Grazie per ieri sera," disse, baciandole il collo.

Livia si girò, porgendogli un sorriso che era un misto di malizia e tenerezza. "Chi ha detto che la notte è finita?" chiese, mentre gli mostrava il suo giocattolo sessuale preferito. "Ho pensato che potremmo fare un altro spettacolo, solo per i nostri spettatori più fedeli."

Fabio rise, sentendo un nuovo brivido di eccitazione. "Sei incredibile," disse, mentre la prendeva per mano e la seguiva di nuovo verso la stanza da letto.

E così, mentre Ancona si risvegliava, Fabio e Livia si concedevano ancora una volta al piacere, creando un legame che andava oltre il semplice incontro virtuale. Avevano trovato una connessione che era sia fisica che emotiva, e mentre si muovevano insieme, sapevano che avrebbero continuato a esplorare i confini del loro desiderio, senza limiti e senza vergogna.

Mentre la webcam trasmetteva ancora l’intimità della loro notte, Fabio si lasciò andare accanto a Livia, la pelle ancora umida di sudore e piacere. Lei lo guardava sorridendo, accarezzandogli il petto con movimenti pigri, mentre le luci di Ancona filtravano dalla finestra in una penombra dorata.

«Pensavi che saremmo finiti qui?» sussurrò, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Fabio la osservò con uno sguardo stanco ma acceso. «Sei tu che detti le regole, mi pare.»

Lei si alzò nuda dal divano, e con una disinvoltura disarmante prese il cellulare. Fece partire una videochiamata.
«Aspetta, con chi stai parlando?» chiese lui, curioso e un po’ sorpreso.

La risposta arrivò pochi secondi dopo: sullo schermo apparve una donna. Occhi a mandorla, pelle ambrata, capelli lisci e nerissimi. Indossava un bustier in pelle e nulla più.

«Ti presento Mei,» disse Livia con tono giocoso. «È una delle mie compagne di streaming preferite… ed è a due piani da qui.»

Fabio spalancò gli occhi, sentendo un nuovo fremito risalirgli lungo la schiena. Mei parlò con voce bassa e calda, italiana con un lieve accento orientale.
«Se ti va… vengo su. Livia mi ha detto che sei molto bravo.»

Fabio annuì, quasi ipnotizzato.

Pochi minuti dopo, un bussare lieve alla porta interruppe il silenzio. Livia aprì. Mei entrò come una visione, il bustier lucido che evidenziava le curve, i tacchi che risuonavano sul pavimento, lo sguardo sicuro di chi sa esattamente cosa vuole.

Non ci fu bisogno di parole.

Livia guidò Mei verso il letto, e poi si voltò verso Fabio.
«Sdraiati. Oggi sei tu il giocattolo.»

Lui obbedì, nudo e già di nuovo eccitato. Mei si mise sopra il suo viso, la sua figa rasata e gonfia a pochi centimetri dalle sue labbra. Livia, nel frattempo, prese il suo cazzo in mano e lo succhiò con delicatezza, guardandolo negli occhi, mentre Mei gemeva sopra di lui, le cosce che gli stringevano la testa, il sapore intenso e dolce che lo mandava fuori controllo.

Quando Mei venne, tremando e gemendo a lungo, fu Livia a guidare la fase successiva.
«Adesso siediti,» ordinò.

Fabio obbedì ancora. Mei lo prese in mano, poi lo infilò dentro di sé con un solo movimento deciso. Si mosse con lentezza, mentre Livia le baciava il seno, poi scendeva a leccare la sua figa ogni volta che si sollevava dal cazzo di Fabio, creando un triangolo di piacere perfettamente orchestrato.

Fabio sentiva di essere in un sogno.

Ma proprio quando il ritmo stava per diventare incontrollabile, Livia si fermò, prese il telefono e disse:
«Ci stanno guardando in ottocento, Fabio. E abbiamo appena ricevuto una donazione VIP… da tua ex moglie.»

Il tempo si fermò per un attimo. Fabio si pietrificò, la mente che cercava di afferrare il significato di quelle parole.

Livia sorrise maliziosa.
«Ha scritto che finalmente ti vede felice. Vuole unirsi la prossima volta.»

Il colpo di scena lo travolse. Lo shock si mescolò a un'onda di desiderio ancora più potente. Non pensava di poter venire ancora, ma il pensiero proibito – l’idea che la donna che lo conosceva meglio al mondo lo stesse guardando in quel momento, eccitata, vogliosa di farne parte – lo spinse oltre.

Venne con un urlo strozzato, mentre Mei si stringeva attorno a lui e Livia lo baciava, ridendo piano.

Fabio non sapeva dove sarebbe finito tutto questo. Ma sapeva che non era più solo un uomo in trasferta. Ancona era diventata il teatro di qualcosa di inaspettato: un risveglio.

E mentre si lasciava andare in mezzo ai corpi intrecciati di Livia e Mei, il pensiero di un possibile terzo episodio – con la sua ex moglie – non lo terrorizzava. Anzi. Lo eccitava.

Forse, era solo l’inizio di qualcosa di davvero pericolosamente eccitante.


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