- Pubblicata il 29/07/2025
- Autore: Silvia
- Categoria: Racconti erotici bisex
- Pubblicata il 29/07/2025
- Autore: Silvia
- Categoria: Racconti erotici bisex
Una notte sul lago - Veneto Trasgressiva
L'incontro sul Lago
La villa si ergeva solitaria, con le sue mura antiche che si specchiavano nelle acque scure e profonde del Lago di Como. Un luogo fuori dal tempo, silenzioso, intriso di memorie e desideri inascoltati. Stefano, fotografo naturalista dal piglio malinconico e lo sguardo sempre in cerca di qualcosa che sfuggiva all’obiettivo, si aggirava per le stanze ampie, armato della sua macchina fotografica. Ma quel giorno non cercava solo la bellezza dei dettagli architettonici o la luce perfetta: nel fondo dei suoi occhi c’era un languore diverso, una fame più carnale.
Aveva accettato l’idea dell’incontro quasi con riluttanza, come se quella sera fosse una concessione fatta al corpo, non all’anima. Ma quando Chiara entrò nella villa, la sua presenza scardinò ogni barriera.
Lei non sembrava affatto l'immagine stereotipata di un’escort. Portava un abito lungo di seta color vino, che accarezzava il corpo snello e lasciava intuire curve precise. Elegante, silenziosa, con uno sguardo profondo da cui trapelava una dolce autorità. Stefano la fissò per un istante di troppo.
"Buonasera, Stefano," disse lei, la voce calda e ferma, come un invito a infrangere ogni regola.
"Buonasera, Chiara. Sei più bella di quanto immaginassi," rispose lui, la voce roca, mentre lo sguardo le scivolava dal collo alle labbra, come se volesse assaporarla con gli occhi prima ancora che con le mani.
Uscirono sul terrazzo che si affacciava sul lago, il cielo intorno era un miscuglio di blu e viola, e l’aria sapeva di acqua, muschio e desiderio. Si avvicinarono lentamente, attratti da un magnetismo muto. Stefano le prese la mano, le dita che sfioravano la sua pelle con una delicatezza studiata, come se stesse accarezzando un soggetto da ritrarre.
Poi, senza fretta, iniziò a sbottonarle la camicetta, svelando centimetro dopo centimetro di pelle morbida e chiara. Chiara ricambiò il gesto, slacciandogli la cintura, sfiorandogli il ventre con un tocco che lo fece fremere.
I vestiti caddero a terra come fiori secchi. Rimasero nudi sotto il cielo, il lago testimone silenzioso.
Si amarono lì, sul terrazzo, tra le colonne antiche e l’eco della notte. Stefano la esplorava come si esplora un paesaggio segreto: la sua lingua scivolava lungo il collo di lei, fino ai seni turgidi, che succhiava con lentezza, mentre le sue mani scorrevano decise tra le cosce aperte di Chiara, fino a trovare la sua fessura già bagnata.
Lei si abbandonava con gemiti bassi, le unghie che gli segnavano la schiena. "Fammi tua," gli sussurrò all’orecchio, e lui la prese, lento e profondo, dentro di lei, guardandola negli occhi, affondando con colpi lunghi, ogni spinta un passo in più dentro quel legame improvviso ma irresistibile.
Quando si separarono, per un attimo, Chiara si inginocchiò. Lo guardò con uno sguardo carico di lussuria e dolce dominio. Prese il suo cazzo in mano e cominciò a leccarlo piano, girando la lingua sulla punta come se volesse torturarlo. Poi lo prese in bocca, lentamente, affondando sempre di più, con una maestria disarmante.
Stefano gemeva, le mani nei suoi capelli. "Fanculo, Chiara, sei incredibile..." ansimò, spingendola più a fondo. Lei lo guardava dal basso, con occhi lucidi di piacere, mentre lo succhiava con ritmo costante, fino a che non sentì il suo corpo tendersi.
"Voglio sentirti venire nella mia bocca," sussurrò, e bastò quella frase a farlo esplodere.
L’orgasmo lo travolse. Lei lo prese tutto, senza esitare, deglutendo lentamente, godendo della sua reazione, con quel sorriso soddisfatto sulle labbra lucide.
Si stesero sul pavimento di pietra, il lago davanti, la notte sopra. Il vento portava il profumo dell’acqua e del sesso appena consumato. Si guardavano, nudi e sazi, eppure ancora affamati di qualcosa.
"Non pensavo potesse succedere," mormorò Stefano.
"Neanch’io. Ma sono felice che sia accaduto… con te," disse Chiara, la testa sul suo petto.
Rimasero lì, stretti, a parlare per ore. Lui le raccontò della sua solitudine, dei suoi viaggi, del silenzio che riempiva la sua vita. Lei parlò di desideri nascosti, del suo essere escort per scelta e non per necessità, della forza che ci vuole a farsi desiderare ogni sera da uno sconosciuto, e del bisogno raro di sentirsi davvero vista.
Quando il freddo li costrinse a rientrare, si rifugiarono accanto al camino. Il fuoco crepitava, illuminando i loro corpi ancora umidi, ancora tesi.
Si addormentarono stretti, e al mattino, Chiara lo svegliò con un bacio. Era lì, rannicchiata accanto a lui, con la pelle dorata dal sole che filtrava attraverso le persiane.
"E se dessimo il via alla giornata con un altro tipo di scatto?" chiese, indicando la macchina fotografica sul tavolino.
Stefano sorrise, accarezzandole il fianco nudo. "Sì. Ma questa volta voglio immortalare te. La donna che mi ha fatto dimenticare per una notte la malinconia, e riscoprire quanto sia bello desiderare."
Mentre Chiara si mise in posa, la sua figura sinuosa contro la luce del mattino, Stefano scattò. Non una semplice fotografia, ma il ricordo vivo di una notte d’amore sul Lago di Como, con una escort che era molto più di ciò che il mondo vedeva.
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