- Pubblicata il 09/06/2025
- Autore: Adele
- Categoria: Racconti erotici lesbo
- Pubblicata il 09/06/2025
- Autore: Adele
- Categoria: Racconti erotici lesbo
LA PRIMA VOLTA CON LEI - Veneto Trasgressiva
Nella tranquilla città di Parma, tra archi medievali e vicoli dove l'aria profuma di tradizione e desiderio, Alessia camminava nervosa verso un destino che sentiva diverso. Non era la solita passeggiata in centro. Non era nemmeno una fuga. Era una scelta. Una ricerca. Un passo oltre il limite invisibile che, fino a quel giorno, le aveva impedito di esplorare fino in fondo il suo desiderio per le donne.
Ventidue anni, studentessa in Lettere, mora con occhi profondi e un’aria mite, Alessia aveva sempre represso quella parte di sé che sussurrava a bassa voce nei sogni. Ma quella notte, dopo ore di navigazione solitaria su un sito per incontri discreti, il suo sguardo si era fermato su una donna: Veronica.
Trentatré anni, escort lesbica a Parma, con un profilo semplice ma magnetico. Le foto non mostravano troppo: gambe lunghe in autoreggenti nere, un profilo appena accennato, e un sorriso ironico e sensuale. Ma bastava. Bastava quello sguardo per farle perdere l’equilibrio.
Il loro incontro fu fissato in un piccolo caffè semi-nascosto, uno di quei locali dove i tavolini sono troppo vicini, ma quella sera il destino giocò dalla loro parte: un guasto alle luci rese tutto più intimo, più segreto. Alessia arrivò tremante. Veronica la accolse con un sorriso sicuro, indossando un vestito di seta color bordeaux che scivolava sulle sue curve mature e invitanti.
«Sei ancora più carina dal vivo,» disse Veronica, sfiorandole il polso con le dita. «E sembri nervosa. È la prima volta, vero?»
Alessia abbassò lo sguardo, le guance arrossate. «Sì. Ma lo voglio da tanto.»
«Allora vieni. Ti farò scoprire cosa può darti davvero il corpo di una donna.»
Il tragitto fino all’appartamento fu silenzioso, ma carico di elettricità. Una volta dentro, Alessia fu accolta da profumi caldi di vaniglia e legno, luci basse e un letto con lenzuola nere che brillavano alla luce delle candele. Veronica le offrì un bicchiere di vino rosso e lo porse senza dire nulla. Poi si avvicinò e, lentamente, le baciò la fronte, il mento, le labbra.
Il primo bacio fu lento, morbido, esplorativo. La bocca di Veronica sapeva di vino, di passione trattenuta, di promesse. La lingua si insinuò tra le labbra di Alessia con naturalezza, guidando la sua in una danza sensuale. Le mani della donna le salivano lungo i fianchi, poi sotto la maglietta, trovando la pelle liscia e tremante della studentessa.
«Rilassati. Fai solo quello che senti. Ma lasciati toccare.»
Con gesti misurati e sicuri, Veronica le tolse la maglietta, poi il reggiseno. I seni di Alessia erano piccoli e turgidi, con capezzoli scuri e già duri. Veronica si chinò su di essi, leccando con lentezza il bordo di un capezzolo, per poi succhiarlo con decisione. Alessia si aggrappava alle sue spalle, respirando affannosamente.
«Hai un sapore dolcissimo... e il tuo corpo sta parlando più di te.»
La mano di Veronica scivolò tra i jeans, poi sotto lo slip. Le dita trovarono subito il calore e l’umidità. La toccava senza fretta, accarezzandole il clitoride con movimenti lenti, circolari, precisi. Alessia si apriva tra le sue mani come un fiore. Gemiti sommessi le uscivano dalle labbra mentre il respiro si faceva più corto.
Veronica le sfilò i jeans, le mutandine bagnate, e la fece sedere sul bordo del letto. Si inginocchiò davanti a lei, guardandola da sotto in su, e le aprì le gambe. La vista della sua figa rasata, lucida di eccitazione, era ipnotica. Veronica le passò la lingua tra le labbra intime, su e giù, lentamente. Poi si soffermò sul clitoride, leccandolo con una punta precisa, succhiandolo, stuzzicandolo con la lingua piatta.
Alessia urlò piano, le mani nei capelli dell’amante. Il piacere montava troppo in fretta, troppo forte.
«Veronica… ti prego… fermati… o vengo…»
«Allora vieni. Fammi sentire quanto sei viva.»
Con un ultimo colpo di lingua e due dita che la penetravano con ritmo, Alessia venne. Forte. La figa si contrasse intorno a quelle dita, il corpo che si contorceva, le cosce che si serravano sul viso dell’escort. Veronica restò lì, leccando ogni goccia del suo orgasmo.
«Hai un sapore così buono… potrei drogarmi di te.»
Quando Alessia si riprese, Veronica si sdraiò sul letto, le gambe larghe, la figa depilata e visibilmente bagnata. «Ora voglio che mi lecchi, cucciola. Ti insegno io.»
Alessia si chinò timidamente, ma presto la paura si trasformò in desiderio. Veronica le mostrava cosa fare con parole sussurrate tra gemiti.
«Sì… più in fondo… così… ora succhialo forte… ficca dentro quelle dita…»
Alessia l’obbediva con crescente coraggio. Le sue dita affondavano nella figa dell’escort, la sua lingua che si muoveva con foga, leccando, succhiando, spingendola verso un orgasmo che montava come un tuono.
Veronica esplose con un gemito rauco, il corpo che si sollevava dal letto mentre spruzzava un piccolo getto caldo sul viso di Alessia, che restò a bocca aperta, sorpresa e bagnata, le dita ancora dentro quella figa che tremava.
Rimasero abbracciate a lungo, nude, stanche e sudate. Alessia si accoccolò contro il petto di Veronica, sentendo il battito ancora accelerato.
«Nessun uomo mi ha mai fatto sentire così…»
«Gli uomini non hanno una lingua che sa ascoltare. E nemmeno dita così attente.»
Risero. Poi si baciarono ancora. Ma la notte non era finita.
Veronica la fece girare sul letto, a pancia in giù. Le accarezzò la schiena, baciandola vertebra per vertebra, fino a scendere sul culo sodo di Alessia. Lo accarezzò, lo morse piano, poi lo divaricò. La lingua di Veronica scivolò tra le natiche, trovando l’ano della ragazza e leccandolo con delicatezza. Alessia gemette più forte, sorpresa, eccitata.
«Oh Dio… non pensavo…»
«Ssshh… lasciati andare. Voglio sentire tutto il tuo corpo.»
Mentre la lingua le stuzzicava il buchino, due dita tornarono dentro la figa ormai fradicia. Alessia gemeva, ansimava, si apriva del tutto. E venne di nuovo, forte, tremando come una foglia.
La notte continuò tra baci, carezze, posizioni scambiate, parole sussurrate e mani ovunque. Le lenzuola erano intrise di piacere. Il corpo di Alessia era segnato da graffi leggeri, morsi, baci. Ma il segno più profondo era altrove.
Al mattino, Veronica era già sveglia, con due caffè e un sorriso stanco ma soddisfatto.
«Sei stata splendida,» disse. «Hai un potere dentro che ancora non conosci.»
Alessia bevve il caffè nuda nel letto, il corpo ancora dolente e felice. «Mi sento nuova. Come se fossi nata stanotte.»
Veronica si avvicinò e le accarezzò le labbra con un dito. «E stanotte… non è che l’inizio.»
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