- Pubblicata il 22/09/2025
- Autore: Dolores trav
- Categoria: Racconti erotici trav
- Pubblicata il 22/09/2025
- Autore: Dolores trav
- Categoria: Racconti erotici trav
Il caicco - Veneto Trasgressiva
Ho passato le mie vacanze in sardegna quest anno, devo dire meravigliosa... un mare da sogno e spiagge
magnifiche. Una mattina mi sono distesa sulla sabbia in bikini come mio solito e mi sono
lasciata coccolare dal sole a dalla sottile brezza marina, era bellissimo e sentivo dentro di me un intenso
benessere conquistarmi totalmente. Durante questi momenti di relax mi sono incantata a osservare la bellezza
del mare e poco dopo ho notato una grande barca a vela che solcava le onde. Automaticamente la mia memo_
ria è corsa alla tavola apparecchiata dei ricordi di 5 anni prima....
Il cuore ha iniziato a battermi forte e chiudendo gli occhi sdraiandomi supina ho rivisto la scena del mio
imbarco a Istambul in Turchia. Era la prima volta che salivo su di una barca a vela, un caicco piuttosto grande
con 2 membri di equipaggio e solamente noi come turisti, ero un po' perplessa, in parte per essere a bordo
e in parte perchè ero partita con una amica che col fidanzato e un altra coppia mi avevano invitata a passare le
vacanze e... insomma non ero troppo convinta. Ma... mai sottovalutare le eventualità che la vita è in grado di
offrirci, infatti appena arrivammo, la prima cosa che vidi ancor prima della barca fu un ragazzo che lavorava
sul ponte a dorso nudo.... era un giovane sui 25 magro, muscoloso coi capelli neri bagnati e pettinati all
indietro, ma la cosa più sconvolgente fu che mentre ero incantata a guardarlo egli si voltò e incrociò
immediatamente il mio sguardo e mi sorrise. Gli sorrisi di rimando mentre dentro di me qualcosa si stava
incendiando. Salimmo e ci presentammo all equipaggio e quando Mohà mi strinse la mano poco ci mancò che
svenissi per l eccitazione, dopodichè salpammo dirigendoci verso sud costeggiando tutta la costa turca nel
tripudio del sole e del mare. Naturalmente noi turisti non facevamo nulla a bordo (io sarei stata molto più un
impiccio che un aiuto) quindi passavamo le giornate sul ponte ad abbronzarci, e altrettanto naturalmente io
indossavo solamente un perizoma rosso che rendeva sferiche le mie natiche nella speranza che Mohà le
notasse più di quelle delle ragazze fortunatamente più caste di me in costume intero. Ero certa che avesse
apprezzato le mie grazie, e poichè col capitano sembrava non avere un gran feeling, dopo cena lo avvicinai
mentre se ne stava in disparte una volta finiti i suoi doveri per chiedergli una sigaretta, e lì capii che la
comunicazione sarebbe stata difficoltosa in quanto Mohà non sapeva una parola d italiano o d inglese, ma fu
gentilissimo e super sorridente, cosa che mi spinse a gesticolare rendendomi alquanto simpatica ochetta.
Mi feci portare più volte da bere per prolungare quella strana conversazione che poco dopo
prese una piega piacevole e un poco a gesti un poco in italiano compresi che aveva capito benissimo chi ero
e probabilmente anche cosa volevo. infatti, mentre il capitano sbrigava le cosa dei capitani e gli amici le cose
dei turisti (bevevano e ridevano ancora a tavola) Mohà mi strinse a sè mettendomi le mani sul sedere e la
lingua in bocca. Ricordo che indossavo un paio di short corti aderentissimi che non nascondevano nulla, le
scarpette basse da barca, una camicetta annodata in vita e niente mutandine. MI strinse forte contro al suo
corpo marmoreo, e di marmo non c era solo quello, mentre mi baciava sentivo la sua eccitazione pulsare
contro al mio ventre. Mi sciolsi fra le sua braccia forti e iniziai anch io a toccare li suo bellissimo corpo
che sembrava un opera di Fidia, lasciandogli esplorare la parte posteriore del mio quando le mie manine
smaltate incontrarono il suo fratellone arrabbiato. Lo palpai, lo strinsi, lo denudai e stavo per inginocchiarmi
quando Mohà mi trattenne facendomi capire che sarebbe stato meglio non rivelare ancora le nostre intenzioni.
Quindi si ricompose, ma non accennò a smettere di baciarmi e ispezionarmi sotto agli short fintanto che tutti
non si fossero coricati per la notte, e rimanemmo a prua a pomiciare. Era una notte stellata bellissima, lo
sciabordio del caicco ci cullava dolcemente e dopo un po l allegra combriccola degli amici se ne andò a
dormire, non senza fare qualche simpatica battutina riguardo a me e Mohà che eravamo spariti per tutta la
sera. A gesti gli feci capire a cosa si riferivano quelle risate e ne ridemmo amabilmente, ma appena tutti
furono sottocoperta si avvinghiò a me ripassando tutto il mio corpo con le mani facendomi sussultare ad ogni
palpata, a ogni strizzata di chiappa mentre con la lingua mi teneva la bocca occupata in continuazione.
Lo baciavo con la stessa passione che lui mi dimostrava, lo stringevo forte mentre lo limonavo e quando il
suo dito medio mi si infilò su per il buco del culetto persi ogni freno, e ancheggiando contro la sua mano mi
chinai a 90 e iniziai a succhiargli quel fallo stupendo, bello, largo, abbastanza lungo e dritto come un fuso.
Mohà sembrò apprezzare pienamente e dopo che mi fui espressa in tutta la mia abilità di linguista, mi prese
per i capelli e inizio a scoparmi la gola mentre nel culetto aveva infilato 3 dita. Ero già sua, in quel momento
mi sentivo la ragazza più sexy al mondo e avrei fatto qualunque cosa mi avesse chiesto: la sua richiesta fu più
semplice facendomi mettere a pecora e abbassandomi gli short fino alle ginocchia. Sentii un sospiro di
approvazione quando mi denudò il culo, e immediatamente dopo iniziò a leccarmi il buchetto tenendomi le
natiche divaricate con le mani.... Mmmmmm.... ricordo ancora l intensità di quelle leccate, gli sputi ripetuti
all indirizzo dell orifizio, le dita che scorrevano fuori e dentro alternandosi alla lingua dolcissima eppure più
che sensuale. Poi mi portò la pisellina fra le chiappe con la mano per metterla a disposizione del suo desiderio, così
mi leccava tutta l astina fino al buchetto avanti e indietro, poi magari mi dava una succhiatina alla cappella
mentre mi sondava il culetto con due dita. Gemevo, e sospiravo, e ansimavo..... il sudore imperlava la mia
fronte mentre il mio corpo vibrava come una molla. Mi girai e gli chiesi con un gesto inequivocabile di
incularmi e sculettai sorridente per sottolineare la mia richiesta.... ricordo la bellezza della sua espressione,
un misto di gratitudine e libidine selvaggia, poi mi appoggiò la cappellona al buchetto e con un forte colpo di
reni me lo fiondò tutto su per il culo!! Oddio.... non mi aspettavo tanta carica esplosiva, e con gli occhi
sbarrati e la lettera U sulle labbra mi lasciai sfuggire un lungo ululato che sfumò in una A gutturale. Sentivo
le sue palle dure premere sotto al buchetto e spingere, spingere forte tenendomi unita a lui a suo piacimento,
poi mi afferrò per le natiche e inizio a pomparmi con un ritmo medio ma profondo, me lo sentivo scorrere tutto
dentro di me, mm per mm.... ero in estasi, dopo qualche minuto me lo conficcò di nuovo in fondo e iniziò a
ruotare il bacino disegnandomi un cono su per il culo con quel matitone che aveva, io ero faccia a terra e culo
all insù che smaniavo e gemevo e strillavo a mezza voce mentre lui sopra di me in piedi mi apriva tutta con la
grazia di un amante focoso. Andò avanti così per qualche minuto, poi si inginocchio dietro di me, mi sollevò
per i capelli e mise la mia stessa mano sul mio pisellino indurito da cotanta passione, mi afferrò per i fianchi
e prese a chiavarmi con tutta la sua forza e potenza. Io stordita da quel trattamento stupendo iniziai a segarmi
mentre venivo tartassata ad oltranza nel culo ormai ben più che ricettivo e mugolando e ansimando sottovoce
lo pregavo di insistere, di scoparmi tutta, di farmi sua. Iniziò a martellarmi sempre più forte e ricordo che nell
istante in cui cominciai a venire lo sentii grugnire il suo piacere assieme al mio e le sue spinte si rivelarono
decisive per il completamento di un orgasmo senza fine. Quando entrambi fummo appagati, mi rovesciò sul
fianco cadendo dietro di me in una sola entità e così rimanemmo, fermi a respirare all unisono per un tempo
che non saprei calcolare.... sotto quelle stelle, in quella pace, nel fresco della notte marina. Poi ci baciammo a
lungo, ci abbracciammo guardandoci negli occhi senza proferire parola e infine ci alzammo ed andammo a
dormire nella mia cabina, e ancora facemmo l amore verso il mattino....
Riaprii gli occhi e il mare della Sardegna assorbì le lacrime che mi rigavano il viso.
mentre m infilava due dita dentro al culo
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